Ok, un respiro profondo e ve lo dico. Ho creato una newsletter. Vorrei dirvi che dietro c’è stata una scelta ponderata e strategica, ma la verità è ho mandato questa foto, che vedete qui sopra, a @segui_le_briciole, e lei l’ha trasformata in uno dei suoi mondi incantati (che presto vedrete!). 🌸 E che poi osservandolo ho scritto un raccontino leggermente più lungo del solito, che non ci sarebbe stato nella didascalia di un post.
Così, seguendo l’istinto, è nata questa idea un po’ folle: ogni mese manderò una foto a Clarissa e lei la trasformerà in meravigliosa immagine che avrà il formato perfetto per fare sfondo per i vostri telefoni 😍. Io ci aggiungerò una storia e recapiterò il tutto ai vostri indirizzi email, aggiungendo anche una lista degli hashtag del mese (con qualche extra 😉), pronti per il copia-incolla.
Se siete curiosi di scoprire in che cosa si è trasformato questo tappeto fiorito, o non vedete l’ora di cambiare sfondo allo smartphone (io l’ho già fatto 🌸) iscrivetevi al link in bio! 💛
[La invio stasera verso le 20.00!] #feliceadesso #fiorineifiori
Ce l’ho fatta! 😅 Il post con gli hashtag di Aprile è finalmente online! Per dirvelo uso questa foto, che non ero affatto sicura di voler pubblicare, proprio perché uno degli hashtag, creato in collaborazione con @marysol_life, parla di libertà creativa e del coraggio di uscire dalla propria “comfort zone”. 🌺
Si parla anche di racconti, magia e caffè e lo trovate, come sempre, al link in bio! ⬆️
#feliceadesso #fiorineifiori
Quella volta che, all’asilo, mi hanno fatto cantare da sola la strofa di una canzoncina, dicendomi che ero intonata. La mattina in cui ho imparato a far partire da sola il vinile di filastrocche e ninnenanne. Il giorno in cui, ascoltando una bambina suonare il piano, ho pensato “voglio farlo anch’io”. La sera di vacanza in cui ho sentito, per la prima volta, un uomo suonare e cantare a un pianobar. Il primo concerto in cui ho sentito i bassi risuonare forte dentro la pancia.
Tutti momenti che mi hanno portata qui, davanti a questo pianoforte, dopo trent’anni di musica suonata, cantata, ascoltata, amata.
E a proposito di concerti, sono così emozionata che non so come dirvelo, domani @canonitaliaspa mi invita al concerto di @lorenzojova a Torino! Prima ci sarà una presentazione-aperitivo di prodotti da veri nerd della fotografia (spero di riuscire a fare qualche story 😍) e poi sarà ancora una volta magia e musica! 🎵 #feliceadesso #cuoredimusica
C’è un uomo vestito di bianco alla fermata del cinquantasei. È lì tutti i mercoledì alla stessa ora, con gli stessi vestiti: scarpe bianche, pantaloni bianchi, maglione bianco e un bastone di legno a sostenere le sue gambe anziane. Saliamo insieme. A volte, prima di scendere, osservo l’espressione svagata tra le rughe del suo viso, una palpebra leggermente più chiusa dell’altra. Dove lo porta questo sedile giallo? Qual è la meta di questo pellegrinaggio settimanale, così importante, così puntuale?
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Ma è bastato un movimento improvviso, una piccola distrazione, a cambiare il copione. Il bastone cade come una bacchetta che rulla sulla pelle dell’asfalto. Lo raccolgo e finalmente lo guardo negli occhi azzurri.
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“Dove va di bello?” Gli chiedo. “A nuotare”, mi dice.
“Che bravo, va in piscina?”
“Signorina, che ci vuole fare, io sono nato sul Po, ho nostalgia.”
“Proprio sul Po?”
“Certo! Vivevo ai murazzi, passavo tutto il giorno in riva al fiume, mia mamma, buonanima, mi chiamava in casa solo per mangiare”
“Ma adesso non va a nuotare nel Po, giusto?”
“Certo che sì!”
“Ma... non è inquinato?”
“Non ci creda, signorina, io in settantacinque anni non ho mai avuto un problema alla pelle. La sa una cosa? Molti mi chiedono perché non viaggio mai. Ma dove dovrei andare? Torino è la città più bella del mondo. Ci sono i portici, i pullman, le sale da ballo. E c’è il Po. Mi creda, tutto quello che desidero è già qui.”
E niente, vorrei un giorno essere sufficientemente anziana, folle, o felice da dire “tutto quello che desidero è già qui”.
#mybotanicalbath #feliceadesso
@maiazandegu mi ha raccontato che da bambina le facevano suonare il piano con una moneta sul dorso di ciascuna mano. “È per mantenere la giusta posizione”, le dicevano. Ma le monete, lassù in equilibrio, non ci volevano proprio stare (una si è pure infilata, cadendo, nella fessura tra un tasto e l’altro, con grande disappunto del maestro 😱). E così Marianna ha riposto in un armadio gli spartiti, le cinquecento lire e le sue aspirazioni di musicista.
Ho pensato a quando le regole, imposte da noi o dagli altri, ci stanno strette. A quando il piacere di fare qualcosa si annulla nella fronte aggrottata, nei muscoli tesi nello sforzo di rispettare i confini.
E poi ho pensato al momento in cui, al contrario, dita, testa e cuore cominciano a muoversi all’unisono. La voce si sblocca e dici (o canti!) quello che senti. E allora rilassi i tendini, distendi le braccia e ti scrolli di dosso con gioia tutte le imposizioni che pesano sulla tua pelle.
Ci ho provato poi, a suonare con due euro sui polsi. E posso confermare che, nonostante le mie dita percuotano i tasti da ben venticinque anni, ci hanno messo pochi secondi a rotolare sul parquet. 🎹 #feliceadesso #lagattazazie #notedime
Per prima cosa vedo le valigie: di pelle, antiquate e consunte, senza ruote e fronzoli, sembrano uscite da un mercatino dell’usato. “Non posso aiutarla, mi spiace, devo tornare a lavoro” dice una voce rivolta al proprietario dei bagagli.
Alzo gli occhi. Ferme davanti a me, al semaforo, due donne di mezza età che sembrano coetanee, ma a parte questo non potrebbero essere più diverse. Se la prima porta una vecchia gonna di lana grigia e un fazzoletto sui capelli disordinati, la seconda sfoggia un cappotto di pelliccia e boccoli vermigli freschi di parrucchiere. Mentre le mani screpolate dell’una trattengono a stento i pesanti bagagli, le unghie smaltate dell’altra danzano veloci sullo schermo dello smartphone.
“Da dove viene?” chiede la donna elegante in un misto di curiosità e imbarazzo, volgendo occhiate nervose alla lampadina rossa dall’altra parte della strada.
Ma il semaforo di fronte al tribunale, per chi non lo sa, è di quelli lunghissimi, che non ne vogliono sapere mai di scattare. Così la viaggiatrice ha il tempo di snocciolare, scivolando sulle vocali e inciampando nelle consonanti, la propria triste storia: l’arrivo dalla Bulgaria, l’uomo di cui si fidava che l’ha scaricata sul marciapiede senza tanti complimenti. La sola indicazione di un pullman da prendere, non si sa quando, non si sa dove.
A quel punto vorrei parlarle, tentare di lenire la sua delusione, la sua solitudine, o perlomeno il fardello delle sue borse troppo pesanti, quando la donna elegante, come se avesse preso una decisione importante, estrae il telefono dalla borsetta e lo avvicina all’orecchio.
“Buongiorno, sì, dica all’avvocato che sono stata trattenuta in tribunale e rientrerò tardi. No, non so dirle a che ora”. Poi agguanta con la mano curata uno dei manici della valigia, caricandosi metà del peso. “Non si preoccupi, signora, che quel pullman lo troviamo”. Scatta il verde. [Solidarietà, amicizia, uguaglianza. Questo vi auguro, mie stupende amiche 💛] #feliceadesso #8marzo #underthefloralspell
Non avrei mai pensato di usare una foto con la neve per lanciare il post sugli hashtag di marzo, ma d’altra parte, la vita è strana! 🌸 Con un po’ di ritardo, ma con l’affetto e l’entusiasmo di sempre, gli hashtag di questo mese vi aspettano al link in bio! ⬆️ Si parla di vasche da bagno piene di fiori, di colori primaverili e di smisurato amore per la carta stampata! @countrychicca e @tegamini sentitevi chiamate in causa! ☕️ #feliceadesso #underthefloralspell
Sono stata a lungo indecisa se pubblicare questo post. La mia piccola famiglia di sole donne ieri ha perso il suo ramo più anziano. E così, in questo momento, un paio di rotaie mi trasportano verso il centro Italia e nella testa, certo non per caso, sento risuonare quella vecchia canzone di Fossati che parla di treni a vapore, di bicchieri pieni di neve e di inverno che deve passare.
Quella che dice, tra le altre cose: “di stazione in stazione e di porta in porta, e di pioggia in pioggia, e di dolore in dolore, il dolore passerà”. 🌸
[l’immagine alla fine mi è sembrata adatta per proteggere la primavera del cuore in attesa del disgelo]